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"(...) Quando il vecchio curandero Manuel Vices Guerreros si
sveglio, guardo sereno la sua Morte che gli giaceva accanto morta.
Apri prima un occhio, poi l'altro, subito dopo dilato le narici per
sentire se la Morte, morta di morte naturale, puzzava come gli
umani, ma non c'era odore. Soltanto l'aspro aroma delle vecchie
coperte e l'invadente tanfo di fumo che impregnava tutta la casa.
(...)" Il romanzo, gia edito in lingua spagnola, si apre con
l'immagine di un uomo (Taita Manuel) che trova accanto a se il
corpo morente della sua Morte. Qualcosa di apparentemente strano a
una prima lettura, ma assolutamente comprensibile e anzi,
arricchente, via via che ci si addentra nei luoghi narrati, nelle
tradizioni riportate dall'autore e nella storia di questo
curandero, "Taita," che ripercorre le sue vicende personali e al
tempo stesso ci offre la possibilita di osservare affascinati
quelle che sono le ancestrali - e ancora vive - tradizioni un
popolo: le sue danze, i suoi riti, la sua storia.
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